Dopo il mediocre Speed Racer e, il termine della trilogia di Matrix in maniera non del tutto positiva e riuscità, i fratelli Wachoski accompagnati da Tom Tykwer si cimentano in un nuovo progetto che ha fatto notevolmente parlare di se. Devo ammettere e quì parto dal principio, che l' opera è riuscità a meravigliarmi seppur a metà, l' altra metà di me si sente d' altro canto tradita e quasi scettica ancora di ciò che ha visto.
Da quando vidi il trailer mi innamorai dei luoghi del film, della sua atmosfera e del fatto che, sembrava qualcosa di maledettamente originale, un occasione da non sprecare, un rischio, per chi come me era scettico a ridare fiducia ai due Fratelli registi e, a loro favore posso dire di essermi sbagliato, infatti i Wachowski si sono dimostrati capaci nel gestire una storia che, francamente risulta complicata e profonda da narrare. Se per un verso questo sia riuscito, non posso dire la stessa cosa nella profondità della narazzione. Il film, tratto dall' omonimo libro di Mitchell che io ancora non ho avuto modo, ahimè di leggere, tratta di più storie, più personaggi coinvolti emotivamente da un unico filo conduttore, che si ripercuote nelle ere, il mondo e il tempo di ogni personaggio tocca quello dell' altro e, lo spettatore segue questo filo conduttore dal principio alla fine della pellicola.
Ah! che spettacolo, che tema interessante e che egregio modo di raccontare una storia, tre ore di film che non annoiano mai anzi, i cambi di scena repentini strizzano sempre l' occhio una all' altra non appesentendo mai il flusso narrativo ma fortificandolo ma, alla fine di tutto, quale è questo messaggio, dove si trova il vero mistero? Cloud Atlas non è niente di tracendentale, ne un epopea che lascerà la sua firma nel mondo del cinema, ne un grande dilemma sulla vita è, più che altro, il modo di dimostrare che l' amore vince sempre, su ogni cosa e a discapito di tutti, che, noi siamo legati da un destino e le nostre azioni si ripercuotono su un lontano futuro che, può essere radioso o meno ma, che si spera, porti sempre in un posto migliore.
Il messaggio c'è, è chiaro e lampante, tuttavia molte scene sembrano fargli da contorno e, alcune sbavature e diciamo "spacconate." potevano essere evitate, scene a volte esagerate e con uno humor un pò malsano che, sembrano voler spezzare quel tocco epico e magistrale che, il film tocca senza mai elevare la pellicola a capolavoro. Se da un lato ho avuto l' amaro in gola per circa 20 minuti (Perchè il film, pur restando ottimo è comunque un occasione sprecata a mio parere.) Dall' altro, abbiamo una scenografia magistrale, una fotografia eccellente e un comparto sonoro da capogiro, poetico e drammatico e, un cast davvero degno di nota e davvero coinvolto nel proggetto.
Insomma, a conti fatti Cloud Atlas è una ventata d' aria fresca nel panorama cinematografico, sicuramente un ottimo film che merita di essere visto, non un capolavoro ma, una pellicola dal forte impatto visivo e onestamente molto scorrevole, peccato davvero, perchè poteva essere l' opera d' arte dei fratelli, ancora per me, simbolo del loro primo capolavoro che è Matrix (Imbattuto), ma, come tendono a far notare nel film, un critico vede solo la superfice delle cose quindi, godetevi il film e fatevi un idea vostra, io non posso che augurarvi buona visione.
Voto: 7,5.
Tempi Moderni Cinema
Recensioni cinema, News nel mondo dell' arte e dello spettacolo
16.1.13
5.7.12
The Amazing Spider Man
A soli dieci anni dal primo film targato Sam Raimi, la Columbia Pictures torna a prendere sulle mani uno dei prodotti che gli hanno dato maggior fama e gloria, quello delle avventure del giovane Peter Parker, diventato grazie ad un incidente un super eroe, con super poteri e super problemi. Partendo dal presupposto che un reboot per una saga che ancora è così vicina ai giorni odierni non era una sfida semplice ma, togliendoci ogni dubbio diciamo subito che Webb l' ha vinta ampliamente.
Il giovane regista già si era fatto notare per l' originale (500) giorni insieme, e quì svolge un lavoro egregio anche per il fatto che si capisce che sà dove mettere le mani e, sembra avere le idee chiare per una sua trilogia (si spera) futura. "The untold story" Questo diceva il primo trailer e i manifesti che imperversavano per internet e, probabilmente anche questa di scommessa è stata vinta. Amazing spider man infatti non ricalca minimamente l' opera prima di Raimi, nonostante alcuni passaggi obbligatori che, per seguire l' arco narrativo dal fumetto al quale attinge per forza di cose sono stati ripresi ma, cerca di sviluppare questo nuovo Peter Parker in maniera del tutto dei diversi predecessori.
Abbiamo una prima metà di film, atta proprio ad analizzare questo nuovo peter, più che come super eroe, come ragazzo dei tempi d' oggi, lasciando uno spazio più che giusto all' uomo dietro la maschera che, al super eroe stesso, ancora impacciato e in un certo qual modo impulsivo. Giusto per citare una frase che lessi pochi giorni fà su un forum scritta da un ragazzo che aveva visto il film in anteprima, c'è più Peter Parker in dieci minuti di Amazing spider man che in tre film di Raimi ed in effetti è vero. Chi scrive questa recensione, mettendo subito le mani avanti, è semplicemente uscito elettrizzato dal primo film di Spidey e, completamente innamorato del secondo (Che tendo a considerare come l' alba dei cinecomic al cinema) per poi dimenticarsi di un terzo capitolo, scialbo, senza senso e anche imbarazzante se si vuole.
Però, c'è da dire che almeno per quanto a fedeltà e a partenza Webb ha intuito come si deve lavorare ai film del ragnetto, lasciate la new york accessa e brillante della vecchia trilogia, quì, abbiamo una città più cupa, più oscura e sicuramente più dura con questo "nuovo" eroe che gira mascherato. Se dal canto suo Webb è riuscito a vincere la sfida di questo reboot così prematuro, gli è stata data una mano di certo anche dagli attori, tutti molto azzeccati e calati nella parte ma su cui per forza di cose bisogna lasciare una nota di merito a Andrew Garfield se, con The Social Network aveva avuto un ottima performance, quì non è da meno, regalandoci un Peter Parker non sterotipato ma, un ragazzo con i suoi problemi nati, da un evento che lo ha sconvolto da bambino per poi, riversarsi sui comportamenti futuri, un cambiamento da notare che non avviene in maniera radicale, bensì accompagno e seguito per tutta la pellicola.
Se Meguire aveva l' immagine del ragazzo un pò sfigato, buono e in un certo qual modo nerd, Garfield deve vedersela con un Peter che tenta di scoprire la verità sui suoi genitori, impacciato con le ragazze e dotato di un cervello fuori dalla norma che, cresce aiutato dai consigli dello zio e ispirato in un certo qual modo dalla filosofia del padre.
Se vogliamo poi parlare di Emma Stone, parliamone, mai vista una Gwen Stacy tanto azzeccata in vita mia, stesso modo di vestire, stesso carattere....persino i gesti son quasi identici a quella creata nei fumetti dell' uomo ragno.
Tirando le somme, The Amazing Spider Man è un progetto più che riuscito, un introduzione per i film futuri che spero continuino su questa falsa riga, con il giusto tono di drammaticità alla Nolan e, scene di combattimento in CG di ottima fattura, fluide e ottimamente azzeccate per il personaggio, da vedere.
Voto: 8
Il giovane regista già si era fatto notare per l' originale (500) giorni insieme, e quì svolge un lavoro egregio anche per il fatto che si capisce che sà dove mettere le mani e, sembra avere le idee chiare per una sua trilogia (si spera) futura. "The untold story" Questo diceva il primo trailer e i manifesti che imperversavano per internet e, probabilmente anche questa di scommessa è stata vinta. Amazing spider man infatti non ricalca minimamente l' opera prima di Raimi, nonostante alcuni passaggi obbligatori che, per seguire l' arco narrativo dal fumetto al quale attinge per forza di cose sono stati ripresi ma, cerca di sviluppare questo nuovo Peter Parker in maniera del tutto dei diversi predecessori.
Abbiamo una prima metà di film, atta proprio ad analizzare questo nuovo peter, più che come super eroe, come ragazzo dei tempi d' oggi, lasciando uno spazio più che giusto all' uomo dietro la maschera che, al super eroe stesso, ancora impacciato e in un certo qual modo impulsivo. Giusto per citare una frase che lessi pochi giorni fà su un forum scritta da un ragazzo che aveva visto il film in anteprima, c'è più Peter Parker in dieci minuti di Amazing spider man che in tre film di Raimi ed in effetti è vero. Chi scrive questa recensione, mettendo subito le mani avanti, è semplicemente uscito elettrizzato dal primo film di Spidey e, completamente innamorato del secondo (Che tendo a considerare come l' alba dei cinecomic al cinema) per poi dimenticarsi di un terzo capitolo, scialbo, senza senso e anche imbarazzante se si vuole.
Però, c'è da dire che almeno per quanto a fedeltà e a partenza Webb ha intuito come si deve lavorare ai film del ragnetto, lasciate la new york accessa e brillante della vecchia trilogia, quì, abbiamo una città più cupa, più oscura e sicuramente più dura con questo "nuovo" eroe che gira mascherato. Se dal canto suo Webb è riuscito a vincere la sfida di questo reboot così prematuro, gli è stata data una mano di certo anche dagli attori, tutti molto azzeccati e calati nella parte ma su cui per forza di cose bisogna lasciare una nota di merito a Andrew Garfield se, con The Social Network aveva avuto un ottima performance, quì non è da meno, regalandoci un Peter Parker non sterotipato ma, un ragazzo con i suoi problemi nati, da un evento che lo ha sconvolto da bambino per poi, riversarsi sui comportamenti futuri, un cambiamento da notare che non avviene in maniera radicale, bensì accompagno e seguito per tutta la pellicola.
Se Meguire aveva l' immagine del ragazzo un pò sfigato, buono e in un certo qual modo nerd, Garfield deve vedersela con un Peter che tenta di scoprire la verità sui suoi genitori, impacciato con le ragazze e dotato di un cervello fuori dalla norma che, cresce aiutato dai consigli dello zio e ispirato in un certo qual modo dalla filosofia del padre.
Se vogliamo poi parlare di Emma Stone, parliamone, mai vista una Gwen Stacy tanto azzeccata in vita mia, stesso modo di vestire, stesso carattere....persino i gesti son quasi identici a quella creata nei fumetti dell' uomo ragno.
Tirando le somme, The Amazing Spider Man è un progetto più che riuscito, un introduzione per i film futuri che spero continuino su questa falsa riga, con il giusto tono di drammaticità alla Nolan e, scene di combattimento in CG di ottima fattura, fluide e ottimamente azzeccate per il personaggio, da vedere.
Voto: 8
3.9.08
Shrooms - Trip senza ritorno
Regia: Paddy Breathnach.
Cast: Lindsey Haun, Jack Huston, Max Kasch, Maya Hazen, Alice Greczyn, Don Wycherley, Sean McGinley.
Anno: 2006.
Durata: 84 minuti.
A tre anni di distanza dall' uscita dal paese di origine, Breathnach porta sullo schermo qualcosa di nuovo ma terribilmente banale e confusionaria, un film che non lascia niente dietro di se, nemmeno la morale a cui ambiva.
Un gruppo di giovani studenti và a fare campeggio in un bosco isolato dell' Irlanda. Il loro obbiettivo stando lontani dalla civiltà è quello di farsi una miriade di trip allucinogeni, funghi che crescono nel suddetto bosco, il quale è circondato da numerose storie terrificanti. La bella ragazza bionda però si nutre di uno dei funghi più pericolosi e potenti e, durante la notte ha delle strane visioni su oscure presenze che abitano il bosco.
Inutile fingermi soddisfatto del film poichè non lo sono. Analizzato dalla confezione esterna Shrooms si presentava come una venttat d' aria fresca in molti e dico molti, dei teen - horror attuali, mi sbagliavo sicuramente. L' idea di base c'è per me e c'è sempre stata ma, la trasposizione confusionaria e quasi minimale dell' opera rende il tutto più difficile da seguire, ostico, quasi fosse un intrico di storie che invece sono banali tutte, senza esclusione come la trama principale del film. Inutile citare nomi su nomi, il cast è giovane, tutte belle speranze che, però, a quest' esordio sul grande schermo si dimostrano poco immedesimati e inespressivi (Sopratutto la parte maschile.)
Il comparto tecnico della pellicola forse è l' unico pregio che essa dimostra effettivamente. Le luci e gli effetti sono usati in maniera costante e più che sufficente, carenza invece sul comparto audio e sopratutto sull' esposizione e, perciò il relativo montaggio che si capisce da subito confusionario e talvolta privo di senso. La sceneggiatura lascia molto a desiderare, si parte da ciò che tutti ci si aspettavano dalla pelliccola per poi cadere in un banalissimo Thriller come ne abbiamo sempre visti. Lo screenplay mostra buchi quà e là e diverse incoerenze con la trama stessa e, purtroppo non ci si può passare sopra.
Peccato, davvero un grandissimo peccato perchè questo Shrooms un messaggio di fondo lo aveva ovvero quello di smetterla di drogarsi, che la droga uccide, che gioca con le nostre menti e gli fa solo del male che, ci si può divertire anche senza ma, il pessimo montaggio e l' obrobriosa trasposizione hanno rovinato il tutto. Da evitare, pesantemente sia al cinema che in home video.
Recensione a cura di Skizzo.
Cast: Lindsey Haun, Jack Huston, Max Kasch, Maya Hazen, Alice Greczyn, Don Wycherley, Sean McGinley.
Anno: 2006.
Durata: 84 minuti.
A tre anni di distanza dall' uscita dal paese di origine, Breathnach porta sullo schermo qualcosa di nuovo ma terribilmente banale e confusionaria, un film che non lascia niente dietro di se, nemmeno la morale a cui ambiva.
Un gruppo di giovani studenti và a fare campeggio in un bosco isolato dell' Irlanda. Il loro obbiettivo stando lontani dalla civiltà è quello di farsi una miriade di trip allucinogeni, funghi che crescono nel suddetto bosco, il quale è circondato da numerose storie terrificanti. La bella ragazza bionda però si nutre di uno dei funghi più pericolosi e potenti e, durante la notte ha delle strane visioni su oscure presenze che abitano il bosco.
Inutile fingermi soddisfatto del film poichè non lo sono. Analizzato dalla confezione esterna Shrooms si presentava come una venttat d' aria fresca in molti e dico molti, dei teen - horror attuali, mi sbagliavo sicuramente. L' idea di base c'è per me e c'è sempre stata ma, la trasposizione confusionaria e quasi minimale dell' opera rende il tutto più difficile da seguire, ostico, quasi fosse un intrico di storie che invece sono banali tutte, senza esclusione come la trama principale del film. Inutile citare nomi su nomi, il cast è giovane, tutte belle speranze che, però, a quest' esordio sul grande schermo si dimostrano poco immedesimati e inespressivi (Sopratutto la parte maschile.)
Il comparto tecnico della pellicola forse è l' unico pregio che essa dimostra effettivamente. Le luci e gli effetti sono usati in maniera costante e più che sufficente, carenza invece sul comparto audio e sopratutto sull' esposizione e, perciò il relativo montaggio che si capisce da subito confusionario e talvolta privo di senso. La sceneggiatura lascia molto a desiderare, si parte da ciò che tutti ci si aspettavano dalla pelliccola per poi cadere in un banalissimo Thriller come ne abbiamo sempre visti. Lo screenplay mostra buchi quà e là e diverse incoerenze con la trama stessa e, purtroppo non ci si può passare sopra.
Peccato, davvero un grandissimo peccato perchè questo Shrooms un messaggio di fondo lo aveva ovvero quello di smetterla di drogarsi, che la droga uccide, che gioca con le nostre menti e gli fa solo del male che, ci si può divertire anche senza ma, il pessimo montaggio e l' obrobriosa trasposizione hanno rovinato il tutto. Da evitare, pesantemente sia al cinema che in home video.
Recensione a cura di Skizzo.
30.8.08
Kung Fu Panda
Regia: Mark Osborne, JohnStevenson
Cast: Jack Black, Dustin Hoffman, Angelina Jolie, Lucy Liu, Seth Rogen, Jackie Chan, David Cross, Ian McShane
Anno: 2008
Durata: 95 minuti
Dalla Dreamworks, l'azienda realizzatrice di grandi successi quali i numerosi Shrek e Shark Tale, arriva come si potrebbe dire "dalla Cina con furore" un nuovo film, divertente, scoppiettante e con un protagonista simpaticissimo e caratterizzato dalla voce energica di Jack Black in originale, mentre in italiano Fabio Volo presta la sua di voce.
In una Cina antica, viene narrata la storia di un panda pigro, svogliato ma ambizioso che lavora come cameriere e cuoco nel ristorante del padre, un volatile simile a un'anatra (cosa piuttosto strana), che è specializzato nella realizzazione di famosi spaghetti dall'ingrediente segreto. Po, il panda, invece vorrebbe tanto poter incontrare i cinque maestri del kung fu, ovvero Tigre, Mantide, Gru, Scimmia e Vipera, e imparare da loro i segreti dell'arte del combattimento, essendo lui molto preparato sulla storia antica. Invece il caso (o forse no) lo porta ad essere il prescelto per diventare la sesta arte del kung fu, il dragone, ma il maestro Shi Fu dei cinque combattenti è riluttante a dover impartire lezioni ad un panda flaccido, per nulla allenato e, come già detto, pigro. Eppure ha bisogno di qualcuno da istruire per poter sconfiggere Tai Lung, un leopardo delle nevi vendicativo verso Shi Fu col quale si era scontrato tempo addietro. Po si ritrova costretto per sua fortuna o suo malgrado a sostenere esercizi estenuanti.
Da due registi esordienti, un film che racconta la storia di un ragazzo che insegue i suoi sogni nonostante debba essere relegato nel suo posto a tenere compagni al padre, ma quando l'occasione si fa ghiotta dimostra un po' di titubanza di fronte al pericolo e alla difficolta che deve affrontare per diventare ciò che ha sempre desiderato, sperando invece che sarebbe stato uno scherzo. Un panda le cui speranze sembrano partire da zero a causa anche della sua prestanza ma comunque non si perde d'animo, perchè bisogna credere, un vecchio motto della Disney riutilizzato qui in un film della Dreamworks. Notevole il comparto grafico, a partire dall'inizio in cui il logo dell'azienda viene modificato per l'occasione fino all'introduzione in stile anime molto gradevole. Combattimenti studiati alla perfezione (con alcune sequenze a rallenty efficaci) e quel tanto di divertimento che non guasta, senza utilizzare elementi volgari come scoregge e quant'altro come era d'uso nei vari Shrek. Belle le realizzazioni dei personaggi, con un grande cast a prestare le loro voci: da Jack Black, mattatore delle commedie, a Jackie Chan, attore abituato ai film d'azione, così come per Lucy Liu, mentre Angelina Jolie è nel ruolo della Tigre e Dustin Hoffman il saggio maestro dei suoi allievi. Purtroppo in Italia, almeno secondo il mio parere, inadatto è stato l'apporto di Fabio Volo che parla per il panda, ma molto probabilmente la voce che veniva utilizzata nei trailer era migliore.
Un film divertente, da vedere senz'altro soprattutto in compagnia, per cui i bambini si faranno grandi risate con un personaggio che li rispecchia molto. Una osservazione: il popolo cinese viene rappresentato come dei maiali, ma viene il dubbio: è simbolo di uno dei segni del loro zodiaco oppure un'accusa verso questo paese?
Recensione a cura di Evanes
18.8.08
Le Cronache di Narnia il Principe Caspian
Regia: Andrew Adamson
Cast: Ben Barnes, William Moseley, Anna Popplewell, Skandar Keynes, Georgie Henley, Warwick Davis, Vincent Grass, Sergio Castellitto, Pierfrancesco Favino
Anno: 2008
Durata: 144 min.
Secondo capitolo cinematografico dell'adattamento del libro "Le cronache di Narnia" di C. S. Lewis sempre diretto da Andrew Adamson (lo stesso regista di Shrek). Il cast cambia poco: oltre al quartetto di attori che interpreta i fratelli e il leone, si aggiungono un giovane e testardo principe e un malvagio e perfido re interpretato da un italiano d'eccezione.
I quattro fratelli Pevensie, dopo il ritorno da Narnia, hanno passato un anno in Inghilterra da studenti, ma magicamente vengono di nuovo trasportati nel mondo magico, dove scoprono dalle macerie di un vecchio castello che dall'ultima volta in cui vi sono stati sono passati ben 1300 anni e la situazione è cambiata radicalmente: il regno è governato dalla città di Telmar, i quali hanno perseguitato gli abitanti di Narnia costringendoli a nascondersi. Telmar viene guidata da Lord Miraz (Sergio Castellitto), il quale, dopo aver avuto un figlio maschio dalla consorte, decide di eliminare l'unica persona che gli impedisce di governare Narnia, il principe Caspian (Ben Barnes), figlio di suo fratello. Il giovane e legittimo erede al trono fugge nella foresta e chiede aiuto agli abitanti della terra e ai fratelli Pevensie, un tempo veri sovrani di Narnia, per riprendersi il trono, spodestare Miraz e ridare Narnia alle creature.
Nonostante le ottime premesse e un trailer incalzante questo si rivela un filmetto discreto, un film per famiglie ed un fantasy non superiore al precedente episodio ma comunque godibile. I punti a suo sfavore sono purtroppo i più importanti: i dialoghi sono poveri e la sceneggiatura è debolissima, tanto da far sembrare allo spettatore di seguire un film di serie B sullo stile di Eragon; la magia che permeava il primo film non esiste più e tutto sa di già visto, come le creature che abitano Narnia; i combattimenti non sono molto frenetici; il cast sembra svogliato e rispetto al precedente film non si adatta al contesto, specialmente la nuova recluta Ben Barnes e prossimo interprete dell'ennesimo adattamento cinematografico su Dorian Gray. Però alcuni punti a favore sono rispettabili: Aslan ha finalmente cambiato voce e ha trovato il proprio doppiatore (lo stesso che doppia l'attore Liam Neeson il quale è la voce originale del leone) e quindi rimpiazza Omar Sharif; la magnifica prova di Sergio Castellitto al debutto in un fantasy e kolossal, perfetto malvagio e senza pietà, in grado di rivaleggiare con la Strega Bianca, come nella interessante scena del duello tra lui e il maggiore dei fratelli Pevensie, mentre Pierfrancesco Favino, la sua spalla, non è di aiuto ed è irrilevante nella storia.In conclusione, da vedere almeno una volta: è un peccato, ci si aspettava un film superiore alle attese e addirittura al primo episodio e invece ci si ritrova davanti un fantasy mal fatto, certo non da buttare via ma neanche da considerarsi nella lista.
Recensione a cura di Evanes
Cast: Ben Barnes, William Moseley, Anna Popplewell, Skandar Keynes, Georgie Henley, Warwick Davis, Vincent Grass, Sergio Castellitto, Pierfrancesco Favino
Anno: 2008
Durata: 144 min.
Secondo capitolo cinematografico dell'adattamento del libro "Le cronache di Narnia" di C. S. Lewis sempre diretto da Andrew Adamson (lo stesso regista di Shrek). Il cast cambia poco: oltre al quartetto di attori che interpreta i fratelli e il leone, si aggiungono un giovane e testardo principe e un malvagio e perfido re interpretato da un italiano d'eccezione.
I quattro fratelli Pevensie, dopo il ritorno da Narnia, hanno passato un anno in Inghilterra da studenti, ma magicamente vengono di nuovo trasportati nel mondo magico, dove scoprono dalle macerie di un vecchio castello che dall'ultima volta in cui vi sono stati sono passati ben 1300 anni e la situazione è cambiata radicalmente: il regno è governato dalla città di Telmar, i quali hanno perseguitato gli abitanti di Narnia costringendoli a nascondersi. Telmar viene guidata da Lord Miraz (Sergio Castellitto), il quale, dopo aver avuto un figlio maschio dalla consorte, decide di eliminare l'unica persona che gli impedisce di governare Narnia, il principe Caspian (Ben Barnes), figlio di suo fratello. Il giovane e legittimo erede al trono fugge nella foresta e chiede aiuto agli abitanti della terra e ai fratelli Pevensie, un tempo veri sovrani di Narnia, per riprendersi il trono, spodestare Miraz e ridare Narnia alle creature.
Nonostante le ottime premesse e un trailer incalzante questo si rivela un filmetto discreto, un film per famiglie ed un fantasy non superiore al precedente episodio ma comunque godibile. I punti a suo sfavore sono purtroppo i più importanti: i dialoghi sono poveri e la sceneggiatura è debolissima, tanto da far sembrare allo spettatore di seguire un film di serie B sullo stile di Eragon; la magia che permeava il primo film non esiste più e tutto sa di già visto, come le creature che abitano Narnia; i combattimenti non sono molto frenetici; il cast sembra svogliato e rispetto al precedente film non si adatta al contesto, specialmente la nuova recluta Ben Barnes e prossimo interprete dell'ennesimo adattamento cinematografico su Dorian Gray. Però alcuni punti a favore sono rispettabili: Aslan ha finalmente cambiato voce e ha trovato il proprio doppiatore (lo stesso che doppia l'attore Liam Neeson il quale è la voce originale del leone) e quindi rimpiazza Omar Sharif; la magnifica prova di Sergio Castellitto al debutto in un fantasy e kolossal, perfetto malvagio e senza pietà, in grado di rivaleggiare con la Strega Bianca, come nella interessante scena del duello tra lui e il maggiore dei fratelli Pevensie, mentre Pierfrancesco Favino, la sua spalla, non è di aiuto ed è irrilevante nella storia.In conclusione, da vedere almeno una volta: è un peccato, ci si aspettava un film superiore alle attese e addirittura al primo episodio e invece ci si ritrova davanti un fantasy mal fatto, certo non da buttare via ma neanche da considerarsi nella lista.
Recensione a cura di Evanes
2.8.08
Final Cut:: Il Cavaliere oscuro
Riflessioni finali sull' andamento della pellicola di Cristopher Nolan. Tempi Moderni gli ha dedicato molto dello spazio che merita e, come previsto da me la pellicola non ha incassato quando doveva, perlomeno non quì da noi.
Purtroppo le mie previsioni si dimostano ancora una volta esatte. Dopo la splendida recensione di Evanes riguardo la pellicola e aver seguito attentamente il suo andamento, The Dark Knight non viene sfruttato a sufficenza nelle sale italiane. Sarà colpa del caldo, dell' afa, della spiaggia ma, il periodo estivo si è sempre dimostrato un totale fallimento per molte delle pellicola che meritavano davvero di essere viste e, sopratutto di incassare.
Il primo week-end della pellicola gli ha fatto fruttare circa 2 milioni di euro risultato che già da solo è sotto la media delle aspettative. Essa solo ieri ha avuto un calo davvero brusco portando a casa circa 200.000 euro e ci si aspetta raggiunga in totale i 5 milioni di euro. Mettiamo da subito in chiaro le cose, il periodo di uscita è nettamente sbagliato ma, non si può che apprezzare il tentativo e il rischio da parte della Warner Bros di riportare in auge un periodo che per la stagione cinemtaografica italiana è a dir poco distatroso. Il Cavaliere Oscuro meriterebbe la visione da parte di oguno di noi, già elogiato da molti ci si aggiunge pure il mio parere, si spera che con l' Home Video riesca a dominare il risultato deludente creato non dalla qualità che il film rappresneta a pieno ma, data da un pubblico che non vuole stare rinchiuso in sala nemmeno 2 ore e 30 (Fra le altre cose piacevolissime) ma, passare il proprio tempo libero nelle spiagge marittime.
Insomma, per concludere la disfatta del film di Del Toro e di Nolan non fà che incrementare la tesi che determinate pellicole meritevoli andrebbero fatte uscire nel periodo invernale/primaverile per evitare situiazioni spiacevoli come questa.
Purtroppo le mie previsioni si dimostano ancora una volta esatte. Dopo la splendida recensione di Evanes riguardo la pellicola e aver seguito attentamente il suo andamento, The Dark Knight non viene sfruttato a sufficenza nelle sale italiane. Sarà colpa del caldo, dell' afa, della spiaggia ma, il periodo estivo si è sempre dimostrato un totale fallimento per molte delle pellicola che meritavano davvero di essere viste e, sopratutto di incassare.
Il primo week-end della pellicola gli ha fatto fruttare circa 2 milioni di euro risultato che già da solo è sotto la media delle aspettative. Essa solo ieri ha avuto un calo davvero brusco portando a casa circa 200.000 euro e ci si aspetta raggiunga in totale i 5 milioni di euro. Mettiamo da subito in chiaro le cose, il periodo di uscita è nettamente sbagliato ma, non si può che apprezzare il tentativo e il rischio da parte della Warner Bros di riportare in auge un periodo che per la stagione cinemtaografica italiana è a dir poco distatroso. Il Cavaliere Oscuro meriterebbe la visione da parte di oguno di noi, già elogiato da molti ci si aggiunge pure il mio parere, si spera che con l' Home Video riesca a dominare il risultato deludente creato non dalla qualità che il film rappresneta a pieno ma, data da un pubblico che non vuole stare rinchiuso in sala nemmeno 2 ore e 30 (Fra le altre cose piacevolissime) ma, passare il proprio tempo libero nelle spiagge marittime.
Insomma, per concludere la disfatta del film di Del Toro e di Nolan non fà che incrementare la tesi che determinate pellicole meritevoli andrebbero fatte uscire nel periodo invernale/primaverile per evitare situiazioni spiacevoli come questa.
27.7.08
Il cavaliere oscuro
Regia: Christopher Nolan
Cast: Christian Bale, Michael Caine, Heath Ledger, Gary Oldman, Aaron Eckhart, Maggie Gyllenhall, Morgan Freeman
Anno: 2008
Durata: 152 min.
Ancora Batman, ancora Nolan. Il regista torna ancora una volta sul supereroe creato da Bob Kane per la DC Comics dopo il successo di "Batman Begins" utilizzando stavolta uno dei nemici più efferati e perfidi mai creati, ovvero Joker, e ambientando il tutto in una Gotham City più buia e oscura.
Gotham City sta vivendo un periodo nel quale la criminalità non è un grosso problema, ora che è arrivato il nuovo Procuratore Distrettuale Harvey Dent (Aaron Eckhart). Ma c'è un nuovo nemico che sta dando del filo da torcere alla polizia della città, ed è Joker (Heath Ledger), uno squilibrato criminale che all'inizio rapina una banca la quale ricicla i fondi per la mafia e con l'aiuto di più malviventi della metropoli decide di attuare un piano per uccidere Batman (Christian Bale). Mentre il tenente James Gordon (Gary Oldman) tenta di incastrare il boss della mafia di Gotham City, Bruce Wayne è tormentato dal rapporto che esiste tra Harvey Dent e la sua ragazza Rachel (Maggie Gyllenhall), amica d'infanzia di Wayne e da lui amata. Intanto Batman, il tenente e Dent collaborano per rintracciare i movimenti di denaro sporco, arrivando a trovare una pista anche a Hong Kong. Ma è a Gotham che accade il caos: Joker elimina chiunque abbia a che fare con il traffico dei soldi e fa fuori chi sta attuando il processo ai danni di centinaia di criminali. Sarà nella città che si vedrà lo scontro tra il bene e il male, Batman contro Joker.
Sceneggiato dal regista e dal fratello Jonathan, Il cavaliere oscuro è un film realizzato alla perfezione e affascinante con le sue atmosfere oscure e nere, tali da renderlo uno dei migliori film degli ultimi anni. Ha molti punti forti dalla sua parte: ogni volta che il Joker entra in azione o compare fugacemente in qualche inquadratura, l'attenzione è concentrata su di lui, un malvivente cinico, eternamente sorridente per via delle cicatrici e magnificamente terrificante, un mostro che getta nel panico chiunque gli stia attorno con la sua risata malefica; l'apparizione di Harvey Dent, un personaggio non molto caratterizzato in questo film (ma speriamo lo sia di più in un prossimo, eventuale terzo) ma di indubbio fascino, sia per come è che per come diventerà nel corso della storia; Batman, eroe e giustiziere della notte che tormenta i criminali di Gotham e unico scopo di soppravvivenza del Joker. Un film esemplare, che schiaffeggia i precedenti lavori di Tim Burton e di Joel Schumacher e riesce ad imporsi. Entrerà presto nell'immaginario collettivo il personaggio di Joker, misterioso e ambiguo quanto basta per renderlo uno dei migliori cattivi di tutti i tempi.
Standing ovation per Heath Ledger, magistrale, pieno di energia e assolutamente perfetto nel ruolo più audace e bello della sua breve carriera, terminata dopo la fine delle riprese del film. Il suo Joker abbatte completamente quello di Jack Nicholson, ritratto da Burton come un uomo giocherellone e quasi ridicolo, mentre quello di Nolan è molto più cattivo e furbo. Inoltre bravo Aaron Eckhart, nuova entrata nel cast assieme alla inutile Maggie Gyllenhall, di certo molto superiore alla precedente Katie Holmes ma comunque un'attrice mediocre in questo film. Sempre una conferma il resto del cast, con un Bale svilito purtroppo da un doppiaggio non all'altezza e gli altri personaggi di contorno che come in "Batman Begins" erano perfetti per le loro parti. Ottime scenografie e buon uso della musica che sa intrattenere ad ogni inquadratura.
Il cavaliere oscuro è quasi un capolavoro, se non fosse per un paio di chiari difetti, ma resta comunque un film impeccabile. Pur essendo lungo ben due ore e mezzo, lo spettatore rimane talmente sbalordito dalle scene d'azione e dalla interpretazione di Ledger, che lo rende protagonista, al posto di Bale, dell'intero film, che il tempo trascorre piacevolmente.
Recensione a cura di Evanes
Cast: Christian Bale, Michael Caine, Heath Ledger, Gary Oldman, Aaron Eckhart, Maggie Gyllenhall, Morgan Freeman
Anno: 2008
Durata: 152 min.
Ancora Batman, ancora Nolan. Il regista torna ancora una volta sul supereroe creato da Bob Kane per la DC Comics dopo il successo di "Batman Begins" utilizzando stavolta uno dei nemici più efferati e perfidi mai creati, ovvero Joker, e ambientando il tutto in una Gotham City più buia e oscura.
Gotham City sta vivendo un periodo nel quale la criminalità non è un grosso problema, ora che è arrivato il nuovo Procuratore Distrettuale Harvey Dent (Aaron Eckhart). Ma c'è un nuovo nemico che sta dando del filo da torcere alla polizia della città, ed è Joker (Heath Ledger), uno squilibrato criminale che all'inizio rapina una banca la quale ricicla i fondi per la mafia e con l'aiuto di più malviventi della metropoli decide di attuare un piano per uccidere Batman (Christian Bale). Mentre il tenente James Gordon (Gary Oldman) tenta di incastrare il boss della mafia di Gotham City, Bruce Wayne è tormentato dal rapporto che esiste tra Harvey Dent e la sua ragazza Rachel (Maggie Gyllenhall), amica d'infanzia di Wayne e da lui amata. Intanto Batman, il tenente e Dent collaborano per rintracciare i movimenti di denaro sporco, arrivando a trovare una pista anche a Hong Kong. Ma è a Gotham che accade il caos: Joker elimina chiunque abbia a che fare con il traffico dei soldi e fa fuori chi sta attuando il processo ai danni di centinaia di criminali. Sarà nella città che si vedrà lo scontro tra il bene e il male, Batman contro Joker.
Sceneggiato dal regista e dal fratello Jonathan, Il cavaliere oscuro è un film realizzato alla perfezione e affascinante con le sue atmosfere oscure e nere, tali da renderlo uno dei migliori film degli ultimi anni. Ha molti punti forti dalla sua parte: ogni volta che il Joker entra in azione o compare fugacemente in qualche inquadratura, l'attenzione è concentrata su di lui, un malvivente cinico, eternamente sorridente per via delle cicatrici e magnificamente terrificante, un mostro che getta nel panico chiunque gli stia attorno con la sua risata malefica; l'apparizione di Harvey Dent, un personaggio non molto caratterizzato in questo film (ma speriamo lo sia di più in un prossimo, eventuale terzo) ma di indubbio fascino, sia per come è che per come diventerà nel corso della storia; Batman, eroe e giustiziere della notte che tormenta i criminali di Gotham e unico scopo di soppravvivenza del Joker. Un film esemplare, che schiaffeggia i precedenti lavori di Tim Burton e di Joel Schumacher e riesce ad imporsi. Entrerà presto nell'immaginario collettivo il personaggio di Joker, misterioso e ambiguo quanto basta per renderlo uno dei migliori cattivi di tutti i tempi.
Standing ovation per Heath Ledger, magistrale, pieno di energia e assolutamente perfetto nel ruolo più audace e bello della sua breve carriera, terminata dopo la fine delle riprese del film. Il suo Joker abbatte completamente quello di Jack Nicholson, ritratto da Burton come un uomo giocherellone e quasi ridicolo, mentre quello di Nolan è molto più cattivo e furbo. Inoltre bravo Aaron Eckhart, nuova entrata nel cast assieme alla inutile Maggie Gyllenhall, di certo molto superiore alla precedente Katie Holmes ma comunque un'attrice mediocre in questo film. Sempre una conferma il resto del cast, con un Bale svilito purtroppo da un doppiaggio non all'altezza e gli altri personaggi di contorno che come in "Batman Begins" erano perfetti per le loro parti. Ottime scenografie e buon uso della musica che sa intrattenere ad ogni inquadratura.
Il cavaliere oscuro è quasi un capolavoro, se non fosse per un paio di chiari difetti, ma resta comunque un film impeccabile. Pur essendo lungo ben due ore e mezzo, lo spettatore rimane talmente sbalordito dalle scene d'azione e dalla interpretazione di Ledger, che lo rende protagonista, al posto di Bale, dell'intero film, che il tempo trascorre piacevolmente.
Recensione a cura di Evanes
Iscriviti a:
Post (Atom)