24.7.08

Cinecult: Requiem for a dream

Regia: Darren Aronofsky
Cast: Ellen Burstyn, Jared Leto, Jennifer Connelly, Marlon Wayans
Anno: 2000
Durata: circa 105 min.

Seconda opera del regista dopo il clamoroso successo di "Pi - Il teorema del delirio" premiato al Sundance Film Festival per la miglior regia, questa volta si tenta di scoprire la psiche dell'uomo a contatto con la dipendenza dalla droga, i conseguenti cambiamenti e il disfacimento di una famiglia, il tutto caratterizzato da un cast di rilievo.




Il film inizia con un diverbio tra una madre, Sara Goldfrab (Ellen Burstyn), e il figlio Harry (Jared Leto) nel quale il ragazzo deve portare la vecchia televisione della donna al banco dei pegni per potersi così procurare della droga (che nel film non viene mai nominata) assieme all'aiuto del suo migliore amico Tyrone (Marlon Wayans) in modo da rivenderla e guadagnare molti soldi così da sistemarsi per sempre con la sua ragazza Marion (Jennifer Connelly). Intanto Sara riceve una telefonata in cui le viene detto che potrebbe apparire in un popolare programma televisivo, così decide di cominciare una dieta per poter entrare in un bellissimo vestito rosso indossato una sola volta alla laurea del figlio. Ma la dieta non ha risultati e quindi si rivolge ad un dottore che le darà delle anfetamine per aiutarla a dimagrire, ma ciò le procurerà spaventose allucinazioni del frigorifero che la reclama, diventa iperattiva e non riesce a prendere sonno. Intanto Tyrone viene arrestato perchè complice di una guerra tra bande, viene liberato da Harry ma a costo della quasi totalità dei soldi da loro guadagnati con lo spaccio.

Marion inizia ad impazzire e ritiene Harry responsabile della disgrazia, così deve prostituirsi per poter avere ancora della droga. Harry e Tyrone partono per la Florida alla ricerca di un uomo che potrebbe risolvere i loro problemi, ma Harry ha una bruttissima infezione al braccio sinistro e viene portato in ospedale. Il medico chiama la polizia ed entrambi i ragazzi vengono arrestati, ma solo Tyrone finirà in prigione. A Harry viene amputato il braccio, mentre la madre impazzisce (per le anfetamine ma anche perchè nessuno la chiama per lo show) e viene ricoverata in psichiatria, con l'eterno sogno di poter apparire in televisione.

Un film molto reale sul mondo della droga, dopo il film "Trainspotting" di Danny Boyle, molto curato dal punto di vista della trama e della direzione degli attori. Lo spettatore si ritrova inconsciamente nel corpo dei personaggi e si identifica con almeno uno di loro: chi è disposto a tutto pur di ottenere qualcosa, chi non riesce a smettere di essere dipendente e chi trascura gli effetti sul proprio corpo e sugli altri, risultando egoista e superficiale. Ed ecco che si assiste al disfacimento di quattro persone, che inevitabilmente andranno incontro ad un destino orribile in cui nessuno vorrebbe ritrovarsi, e ciò ci induce a riflettere sulla condizione dell'uomo nel corso degli ultimi anni, che è diventato inutile in una società che può solo rovinarlo. Il regista riesce benissimo a trasmettere un senso di angoscia, disperazione e depressione nello spettatore, facendolo partecipe di una serie di eventi che più volte si incroceranno tra loro ma che purtroppo finiranno nel peggiore dei modi nonostante i vani tentativi di ritrovare la serenità.
Grande prova per tutti gli attori: Leto e la Connelly (dopo questo ruolo arriverà l'Oscar in "A beautiful mind") molto affiatati e bravi ad interpretare due giovani allo sbando, mentre Wayans non riesce a rendere giustizia al suo personaggio poco curato sul piano psicologico. Ma il merito della pellicola va tutto alla superlativa Ellen Burstyn, madre sola e disperata, eternamente chiusa in casa di fronte alla televisione, unica sua compagna, che crede di dare una svolta alla sua vita dopo la partecipazione ad un programma ma inconsciamente si ritroverà ancor più sola. L'attrice è notevole in questo difficile ruolo ed è memorabile nella scena centrale (il discorso con Harry sulla sua vita) e coraggiosa ad imbruttirsi ad arte. Grande importanza ha la colonna sonora, composta da Clint Mansell in collaborazione con i Kronos String Quartet, con un tema che si ripete in quasi tutto il film e risulta snervante ma allo stesso tempo realizzato perfettamente in linea col film.
In conclusione un film bellissimo, uno dei migliori sul tema della droga ma anche uno dei più reali, perciò è vivamente sconsigliato ai deboli di stomaco, soprattutto per quanto riguarda la seconda parte, e ai più ottimisti.


Recensione a cura di Evanes

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